Come analizzare ed investire in aziende: invertire la storia per non rimanere abbagliati

Questo è il sesto articolo nella serie su come fare l'analisi delle aziende in cui siamo interessati ad investire. La serie consiste nel:

Non dobbiamo innamorarci di ogni azienda che studiamo!

Dopo aver speso svariate ore a cercare di capire la storia, i prodotti, i valori, e il modus operandi di un'azienda e dei suoi amministratori, è facile cadere in una trappola d'amore accecante che ci fa sembrare tutto meraviglioso e che ci fa fremere di diventare soci comprando azioni. Questo è particolarmente vero per quelle aziende che creano prodotti che usiamo quotidianamente.

Il problema è che i nostri bias verso l'azienda - sia quelli che abbiamo già quando decidiamo di iniziare la nostra ricerca, sia quelli che ci formiamo durante quel processo - ci rendono ciechi dal vedere quali possono essere le possibili falle nel nostro ragionamento e quali problemi potrebbero presentarsi in futuro.

Per esempio, è facile dire "Apple continuerà a crescere del 20% annuo per i prossimi 10 anni", ma se la cosa si avverasse la capitalizzazione di mercato di Apple - che ha appena superato 2000 miliardi di dollari - dovrebbe raddoppiare ogni 3 anni e mezzo circa, quasi 3 volte in 10 anni, raggiungendo quindi un valore di circa 16000 miliardi. Il che significa che Apple dovrebbe avere un impatto economico superiore dell'intero PIL della Germania (4000 miliardi), Giappone (5000 miliardi) e Cina (13500 miliardi), secondo solo al PIL degli Stati Uniti (20000 miliardi!) Per quanto meravigliosa, un'azienda come Apple dovrebbe diventare una forza dominante ed incontrastata nella maggior parte dei Paesi del mondo per riuscire in questa impresa.

Dobbiamo cercare di capire cosa può andare storto

Charlie Munger e Warren Buffett hanno capito presto che avere successo come investitori significa essere più attenti ad evitare di perdere soldi che a farne. Dicono sempre "abbiamo avuto fortuna nel riuscire ad evitare draghi, piuttosto che nel doverli affrontare". Munger è anche famoso per aver popolarizzato la massima del matematico Carl Jacobi "Inverti, inverti sempre" e per applicarla ad ogni aspetto della vita.

Inverti, inverti sempre! Charlie T. Munger

Applicando questo concetto agli investimenti, dobbiamo chiederci cosa può andare storto nel nostro ragionamento e con l'azienda. Noi di Investitori Ribelli (anche se dal podcast non sembra per tenere le puntate brevi) concludiamo le nostre analisi aziendali ponendoci sempre la stessa domanda: perché credo che questa azienda sia un buon investimento? E per ogni motivo per investire ci chiediamo cosa potrebbe andar storto.

Non è facile ma dobbiamo farlo.

Definiamo i nostri motivi per investire

Per esempio, prendiamo Apple. Le mie ragioni per comprare Apple potrebbero essere:

  1. L'azienda produce hardware dal design semplice ed elegante, il software che gli da vita e che migliora l'esperienza quando si hanno più dispositivi Apple, e i servizi che offrono creano un'esperienza a 360 gradi per uso personale. L'integrazione tra hardware, software, e servizi è ciò che rende Apple imbattibile.
  2. L'azienda si focalizza sul produrre pochi prodotti, ma eccezionali, e solo in mercati in cui possono avere un impatto.
  3. Il management di Apple è composto da persone eccezionali che, nella maggior parte dei casi, sono cresciute con l'azienda fino ad occupare il ruolo attuale, o sono state in quel ruolo per molti anni prima di entrare in Apple e rimanerci per almeno un decennio.

 Ribaltiamo il ragionamento

Al che, potrei cercare di ribaltare le mie ragioni per investire:

  1. La qualità dei prodotti hardware potrebbe calare, e i software pre-installati sono molto basilari. Il controllo che Apple impone sulle app di terze parti già crea rancori in alcuni sviluppatori (vedi le diatribe con Spotify e Epic Games) e la cosa potrebbe portare gli sviluppatori a focalizzarsi su altre piattaforme. Senza app rilevanti, Apple dovrebbe competere di più sulla parte software e l'hardware diventerebbe meno attraente. I servizi, senza app di terze parti, potrebbero non essere sufficienti a compensare.
  2. L'azienda, sotto nuovo management, potrebbe perdere questa attenzione su pochi prodotti e cercare di competere in altre aree. In realtà già negli ultimi anni si è parlato di Apple nel settore dei veicoli elettrici, e HomePod è stato un fiasco.
  3. Il management attuale di Apple è stato nell'azienda per molti anni e si potrebbero fossilizzare nelle loro idee mentre il mondo si evolve attorno a loro. Poi, hanno tutti una certa età e potrebbero decidere di andare in pensione. Phil Schiller e Sir Jony Ive, per esempio, si sono poco alla volta allontanati dal gestire le operazioni in Apple di recente, fino ad uscire ufficialmente dal management.

Dobbiamo cercare di ribattere le nostre ragioni per investire

Ora ho le mie ragioni per investire in Apple e ho cercato di ribaltarle una ad una. A questo punto, non mi resta che confutare quelle ragioni negative. In questo esempio ci riesco ma ci sono tante aziende che ho analizzato dove solo a questo punto ho deciso di fermarmi. Vediamo:

  1. Creare prodotti di qualità è uno dei valori chiave di Apple. È nel DNA dell'azienda. Se non fosse più così venderei disperato, ma per fortuna non credo sia uno scenario realistico nel breve termine. I prodotti software sono relativamente basilari, fatta qualche eccezione, ma di proposito: hanno lo App Store e una community che conta oltre 20 milioni di sviluppatori nel mondo che sviluppano software mirato ai consumatori più esigenti. Le diatribe con alcuni di questi sono un problema vero, ma nella peggiore delle ipotesi Apple potrebbe al più essere costretta a permettere che ci siano App Store alternativi a servire i loro hardware o altri modi di installare app per via diretta. Sebbene questo renda i sistemi meno sicuri, sarebbe solo a discapito del consumatore. Per rimanere competitiva con lo App Store, Apple potrebbe essere costretta a tagliare le commissioni che chiede agli sviluppatori, che inciderebbe sul fatturato, ma non credo troppo. Al più Apple potrebbe essere costretta a cercare di monetizzare alcuni aspetti dello Store più aggressivamente di quanto non faccia ora.
  2. Questo è stato effettivamente un problema tra le due ere di Steve Jobs a Apple. Credo che la lezione sia stata imparata, e che i manager attuali si siano dimostrati molto bravi a rimanere focalizzati su pochi prodotti, senza compromettere possibili aperture in nuove aree come HomePod. Però si vede che lì Apple non ha dato il meglio, in un settore che conosce solo in parte, ed è stata punita dai consumatori. Ci saranno sicuramente altri flop: nessun azienda produce solo prodotti fenomenali. Invece, successi come gli AirPods dimostrano come Apple sia in grado di innovare nei settori che già conosce.
  3. Non credo che Tim Cook abbia intenzione di pensionarsi a breve, ma spero che stia già pensando ad un piano di successione. Per gli altri manager, questo sta già avvenendo e la direzione è palese: vanno "in pensione" i vecchi dirigenti ma li rimpiazzano i loro vice, che per ora hanno mantenuto la stessa linea dei loro predecessori. Sono contento che Apple non cerchi di rimpiazzare gli exec con gente esterna, ed è un sollievo vedere che comunque il turnover ai piani alti della società sia molto basso rispetto ad altre aziende. Anche ai livelli più bassi, gli impiegati rimangono mediamente almeno 5 anni nell'azienda contro i 2-3 delle altre aziende tech in California.

Conclusione

Ecco, questo è il mio modo di invertire l'azienda. Le domande su sono solo esempi di quello che facciamo come Investitori Ribelli per ognuna delle nostre analisi. Altre domande che potremmo porci potrebbero essere: "ci sono aree dell'azienda che penso di non capire bene?", "il tasso di crescita che ho usato è giustificabile?", "quali sono le ragioni che potrebbero bloccare la crescita dell'azienda?"

La prossima volta che pensate di investire in un'azienda, provate ad invertire la storia che vi siete creati e poi a ribattere le vostre ragioni per investire. Vedrete che non è facile! 😅

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