Quando e come realizziamo un profitto

Nell'ultimo articolo abbiamo parlato di quali siano le giuste motivazioni per vendere azioni. La morale è che non dovremmo voler mai vendere le aziende che compriamo ma a volte ci sono le basi per farlo. Ma se non dovremmo mai vendere, come facciamo allora a materializzare un guadagno?

Questa è una domanda assolutamente legittima che ci viene posta spesso. In verità, credo che il motivo per cui ci si ritrova a chiederselo sia a causa dell'idea - per lo più sbagliata - che per poter dire aver fatto un guadagno dovremmo vedere quei soldi nel nostro conto bancario. In realtà, quel passaggio non è affatto necessario, anzi, è dannoso per il nostro benessere finanziario. Scopriamo perché.

Perché vendere per prendere profitti non è una buona idea

Ovviamente, vendere quote di un'azienda significa finire per avere un interesse minore o nullo in quella società. Quindi, il primo motivo - e il più importante - per cui vendere non è una buona idea, è che quell'azienda non lavorerà più per noi, o almeno non così "duramente". Come dicono Warren Buffett e Naval, essere ricchi significa far soldi mentre dormi, e l'unico modo per farlo è avere quote in una o più società per profitto.

Se non trovi un modo di fare soldi mentre dormi, dovrai lavorare fino alla morte. Warren Buffett

Vendere azioni va contro questo precetto. Se ancora ti stai chiedendo perché, pensa che un'azienda può usare il capitale che guadagna - su cui tu, da proprietario, hai un interesse - per reinvestire nel business per generare ancora più soldi. Se vendessi azioni, perderesti quell'interesse e dovresti trovare un altro modo per far fruttare quel capitale. Poi, se invece lo spendi, che fai? Inizi da zero? Non ci pare il caso! Lo insegna anche Ciro Di Marzio, uno dei personaggi più rilevanti nella serie TV Gomorra.

Infine, vanno anche considerate le tasse da pagare sulle plusvalenze (il valore delle azioni vendute meno il costo a cui le abbiamo comprate e eventuali commissioni e spese sostenute) che, al momento, in Italia sono pari al 26%! Vendere per regalare oltre un quarto dei profitti al governo - che non ha fatto nulla per meritarsi questa sostanziosa fetta - non ci sembra opportuno.

Come realizziamo davvero un profitto

Allora come facciamo a prendere dei profitti? Possiamo veramente dire di star facendo un guadagno se è solo su carta?

Certo! Ammesso che le aziende che abbiamo stiano proteggendo e reinvestendo adeguatamente il nostro capitale, si. Sono guadagni veri, anche se "nascosti"! Il vero profitto è lasciare il capitale investito per lunghissimo tempo a beneficiare dell'effetto del guadagno composto. A differenza dei risparmi in banca, che perdono valore, quelli investiti in buone aziende tendono a crescere perché sono le aziende che possedete a lavorare per farlo (che sia direttamente o tramite ETF).

Poi, la maggior parte delle aziende tende a pagare dividendi a un certo punto; non necessariamente subito, ma a lungo andare lo fanno perché si ritrovano ad avere più soldi in mano di quelli che riescono ad usare per far crescere il business. Quindi, naturalmente, quel capitale viene ridistribuito ai proprietari sotto forma di ricompera delle azioni - operazione che riduce il numero di azioni in circolazione, facendo salire di conseguenza il prezzo di quelle rimanenti - o distribuendo un dividendo.

Pagare un dividendo è così comune che c'è uno stile d'investimento che si chiama Dividend Investing che si focalizza proprio sull'accumulare azioni di aziende che pagano laude distribuzioni di capitale ai proprietari. Di solito, un dividend investor crea un portafoglio molto diversificato di aziende abbastanza mature che pagano dividendi da molti anni (per evitare il rischio di perdere una grossa fetta di introiti durante una crisi economica), possibilmente con distribuzione che è sia cresciuta e continui a crescere nel tempo.

Poi, come accennavamo prima o già nell'articolo in cui abbiamo parlato di quali siano le giuste motivazioni per vendere azioni, è perfettamente lecito vendere azioni se abbiamo bisogno di capitale per qualsiasi motivo. L'unico invito che facciamo è di non vendere, però, senza un motivo ben preciso, solo per mettere i soldi in banca! Pensate di vendere solo se avete in mente un altro investimento da fare, o avete bisogno di contante.

Ricapitolando (TL;DR)

È vero che finché non vendiamo azioni non abbiamo quel capitale da spendere a piacimento. Però, se ci mettiamo nei panni dei proprietari dell'azienda (che di fatto siamo), quel capitale è comunque lì, anzi cresce!

In qualsiasi momento, possiamo vedere delle quote per investire in altre opportunità o per spenderli. In più, se l'azienda paga dividendi, potremmo anche vivere di rendita solo con quelli, una volta accumulato un bel gruzzolo di azioni.

Vendere azioni significa rinunciare a questi benefici e in più si va incontro a dover pagare tasse sui profitti ottenuti.

Quindi, quando Buffett, Munger, e gli altri grandi investitori ci invitano a cercare aziende che ci facciano "guadagnare" nel tempo - i great compounders di cui spesso parlano - non parlano di guadagno in termini di liquidità disponibile nel conto corrente, o di contanti nel portafoglio, ma di una ricchezza che è comunque tua, seppur "in prestito" alle aziende che possiedi. Poi, di tanto in tanto, l'azienda ti passerà denaro o, se ne avessi bisogno, potrai cedere qualche quota in cambio di liquidità.

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