Perché non investono tutti come Warren Buffett?

La scorsa settimana abbiamo parlato del perché abbiamo deciso di investire in borsa seguendo lo stile di Warren Buffett e Charlie Munger. Questi due investitori leggendari hanno fatto la storia, insieme ad altri, per un modo di investire in azioni che viene spesso chiamato "Value Investing" (tradotto grossolanamente "investire in base al valore [di un'azienda]") ma che loro due preferiscono definire come "Focused Investing" ("investire in modo mirato").

Dalla lettera di Buffett agli azionisti di Berkshire Hathaway di quest'anno, possiamo estrarre i guadagni che i due investitori hanno generato per gli investitori nel corso del tempo. In 54 anni, dal 1965, il valore di Berkshire è cresciuto mediamente del 20.3% l'anno.

Questo significa che $100 investiti nelle azioni di Berkshire nel 1965, quando Buffett ha preso il controllo dell'azienda, oggi sarebbero $2,159,453.60 🤑. Per paragone, un ETF che traccia l'indice S&P 500 avrebbe generato guadagni del 10% l'anno, mediamente, trasformando gli stessi $100 investiti in "solo" $17,187.19. Che differenza! 😱

https://media.giphy.com/media/125cxELHOpsLra/giphy.gif

Ma se Warren Buffett è così bravo, perché non fanno tutti come lui?

A questa domanda, Charlie Munger, il partner in affari di Buffett e vice-presidente di Berkshire, ha risposto dicendo che il loro modo d'investire è troppo semplice e che "altrimenti gli analisti di Wall Street non saprebbero come giustificare cosa fanno per la maggior parte dell'anno".

In effetti, nell'immaginario collettivo, investire sembra suonare sempre come qualcosa di complicato, a cui devi star dietro. Magari un sentimento influenzato da certe scene di film come "Una Poltrona per Due", dove viene mostrata tanta azione e soldi "facili".

Azione vs Inattività

Questo non è molto diverso da come la maggior parte della gente investe: giocano d'azzardo comprando e vendendo azioni seguendo la moda, o secondo "rituali mistici" come l'analisi tecnica dei grafici sull'andamento del prezzo delle azioni di un'azienda. Però è eccitante, veloce, e c'è un'intera industria che campa sulle spalle degli investitori che si fanno trascinare in questo buco nero.

Il modo d'investire di Buffett, invece, è semplice e noioso. È come andare in palestra: tutti sanno che dovrebbero farlo per star bene ma, in pratica, nessuno lo fa. Come per la palestra, tutti vogliono risultati subito e possibilmente senza troppo sforzo, invece serve pazienza e lavoro costante.

Chi segue Buffett e la scuola di Benjamin Graham, il maestro di Buffett, sa che deve studiare intensamente le aziende sul mercato e aspettare il momento giusto d'investire. Come dice Charlie Munger, "la Borsa è una macchina per trasferire soldi dalle persone impazienti a quelle pazienti".

Oltre a questo, c'è anche chi semplicemente non crede che fare come Buffett sia possibile. Infatti ci sono due teorie predominanti nel settore finanziario secondo le quali quello che fa Buffett non è possibile. Su queste teorie, siamo chiari, si basa tutta la finanza moderna; sono le teorie che vengono insegnate all'università quando si studia economia e finanza. Sono concetti che vengono spacciati come veri anche se investitori come Buffett e Munger hanno dimostrato essere assolutamente false. Queste sono la Teoria (o Ipotesi) del Mercato Efficiente e la Modern Protfolio Theory con la sua Teoria della Frontiera Efficiente.

La Teoria del Mercato Efficiente

L'Ipotesi del Mercato Efficiente dice, in sostanza, che tutti i partecipanti dei mercati finanziari sono persone razionali e che come tali usano tutte le informazioni disponibili per dedurre il valore di ogni azienda quotata. Ogni nuova informazione su una società verrebbe quindi immediatamente utilizzata per rivalutarla positivamente o negativamente traducendosi nella compravendita delle azioni di quell'azienda.

Secondo questa ipotesi, quindi, il prezzo di un'azienda dovrebbe essere sempre corretto secondo le informazioni disponibili in quel momento. Ogni performance migliore o peggiore sarebbe solo frutto della fortuna, in quanto solo eventi imprevisti potrebbero impattare il prezzo di un'azienda positivamente o negativamente in maniera imprevedibile. Sarebbe quindi impossibile far meglio dei mercati finanziari, dal che se ne deduce che comprare semplicemente tutte le aziende tracciate da un indice come lo Standard & Poor 500 (S&P 500) o il Dow Jones Industrial Average sarebbe il migliore approccio per l'investitore medio. Solo i professionisti, che avrebbero le competenze giuste e un accesso immediato a mercati e informazioni, riuscirebbero a comprare e vendere azioni immediatamente per trarne vantaggio.

Chiaramente questa ipotesi non ha considerato l'arrivo di Internet e il rapido accesso comune a mercati e informazioni che abbiamo oggi. Oltre ciò, l'ipotesi ha varie altre falle. La più importante è che chi partecipa ai mercati finanziari non è sempre razionale, ma emotivo. In più non tutti hanno gli stessi obbiettivi, quindi per una persona un'azienda potrebbe valere meno nel breve termine e per un'altra di più, anche usando le stesse informazioni. Per esempio, per un analista il cui lavoro dipende dalla performance che fa il suo fondo trimestre dopo trimestre, l'orizzonte temporale da considerare è molto breve. Per un investitore che inizierà a vendere solo per utilizzare i proventi come supplemento alla pensione, invece, l'orizzonte temporale invece è molto lungo, dato che penserà a comprare aziende oggi che andranno bene per i prossimi 20-30 anni.

Infine, anche se succedono tante cose nel mondo ogni giorno, difficilmente ognuna di queste ha un impatto sostanziale sulla performance di un'azienda. Eppure, se leggete pubblicazioni come il Financial Times o il Wall Street Journal, o se ascoltate programmi di finanzia di massa, sembra che anche la minima sciocchezza dovrebbe far cambiare idea su quanti guadagni farà l'azienda X. In realtà le cose tendono a cambiare molto più lentamente per un'azienda. Cambiamenti importanti si misurano in mesi e anni, non in giorni e settimane.

Come abbiamo visto, però, anche su un arco temporale di oltre 50 anni, Buffett e Munger hanno sempre battuto gli indici. E come lui tutti gli altri investitori che usano la stessa metodologia.

La Teoria della Frontiera Efficiente

Secondo la Teoria della Frontiera Efficiente, su cui si basa la Modern Portfolio Theory, poi, sarebbe impossibile riuscire a fare guadagni alti accollandosi pochi rischi. E, chiaramente, prendere rischi bassi si tradurrebbe in guadagni altrettanto bassi.

Quando apriamo un conto d'investimento, infatti, se quel conto è gestito da altri - prendi un qualsiasi conto bancario, o piattaforme online che investono per te - ci vengono sempre poste delle domande per capire qual è il nostro livello di tolleranza ai "rischi". Queste domande volgono a capire se ci lasciamo impressionare dalla volatilità dei mercati, che orizzonte temporale abbiamo, e che tipo di guadagni vogliamo fare. Le domande sono di solito a risposta multipla. Nessuna delle domande però prevede una risposta che implichi prendere rischi bassi e fare comunque ottimi guadagni. È semplicemente un concetto non previsto. Eppure, Buffett e gli altri hanno sempre preso rischi molto bassi, comprando aziende semplici a prezzi stracciati

Poi, nei grafici e presentazioni create dai broker, si dà sempre per scontato che i nostri investimenti ad "alto rischio" andranno bene. Ma scusate tanto, se l'investimento è ad alto rischio, allora la probabilità che vada male dovrebbe essere superiore a quella che vada bene, no? Quindi, in teoria, dovrei fare guadagni migliori se tutto va bene, ma peggiori altrimenti. Si spera sempre che gli investimenti che falliscono verranno soppiantati da risultati migliori del previsto di altri asset.

Per mitigare questi alti rischi, la Teorie della Frontiera Efficiente conclude che bisogna avere un alto livello di diversificazione. Secondo la Teoria, sarebbe possibile trovare un bilancio ottimale tra rischio e guadagni usando il giusto livello di diversificazione.

Come ormai potete immaginare, Warren Buffett e Charlie Munger non sono d'accordo. Secondo Buffett, "la diversificazione è solo una protezione contro l'ignoranza".

La diversificazione è solo una protezione contro l'ignoranza Warren Buffett

Ray Dalio, un altro investitore leggendario, fondatore del più grosso Hedge Fund del mondo, e che nemmeno segue la metodologia di Buffett, pure crede che la troppa diversificazione sia inutile. Secondo Dalio, infatti, il livello ottimale di diversificazione è avere azioni di 15 aziende diverse in settori non correlati. Questo basterebbe per eliminare l'89% dei rischi. Per eliminare il rimanente 11% bisogna diversificare il portfolio in tipi di asset diversi (non solo azioni, ma anche obbligazioni e oro) e possedere asset in geografie diverse.

Allora è possibile prendere pochi rischi e guadagnare comunque tanto? Come fanno Buffett e compagni?

Una definizione diversa di rischio

Il problema fondamentale con la Teoria della Frontiera Efficiente è la definizione di rischio. Secondo la Modern Portfolio Theory, la definizione di rischio confonde il rischio di perdere il proprio capitale con le fluttuazioni di prezzo delle azioni.

Secondo Buffett e il suo maestro Benjamin Graham, invece, le fluttuazioni del mercato sono solo degli eventi che da bravi investitori dovremmo sfruttare per comprare azioni di aziende quando il mercato ce le offre a prezzo scontato e vedere quando il prezzo raggiunge livelli troppo elevati. Quello che Robert Schiller chiama "esuberanza irrazionale".

In più la Teoria dipende dalla correttezza dell'Ipotesi del Mercato Efficiente, quindi di fatto è già nulla per le falle in quella. Se siete curiosi, leggete i libri scritti da Nassim Nicholas Taleb, in particolare, Il Cigno Nero e Rischiare Grosso. Le opere di Taleb, sono fantastiche per far riflettere su tutte le cose che potrebbero andare storte e che sono spesso ignorate, specialmente dagli economisti.

Conclusione

Nonostante vari investitori abbiano provato che è possibile avere risultati eccezionali perché i mercati finanziari non sono sempre razionali ed efficienti, la maggior parte degli investitori non accetta che il metodo di Buffett sia migliore. Poi, investire come Buffett, è come andare in palestra: serve costanza, studio, e pazienza. Molta gente semplicemente non ha il carattere adatto ad investire come fa lui.

I Value/Focus Investors approfittano delle fluttuazioni di mercato per comprare aziende a prezzi stracciati rispetto al loro valore intrinseco, assicurandosi guadagni futuri.

Noi possiamo investire allo stesso modo se sappiamo quello che stiamo facendo. Cioè, se capiamo il ragionamento dietro e se studiamo una manciata di aziende a cui potremmo essere interessati. Il fatto che gli altri non seguano la stessa metodologia, per noi è un vantaggio, perché possiamo approfittare delle falle nelle teorie prevalenti in finanza per trarne guadagno.

Come già anticipato, nei prossimi articoli vedremo in dettaglio come studiare le aziende che ci interessano e capire se e a che prezzo comprarle.

Articoli correlati