Nell'ultimo blog post abbiamo visto come l'inflazione distrugge i nostri risparmi a lungo andare e quindi dell'importanza di investirli in modo da ottenere l'effetto opposto: una crescita esponenziale dei nostri risparmi nel tempo.
In questo articolo continuiamo il discorso intrapreso in quel post andando a considerare le varie opzioni che abbiamo per utilizzare al meglio il nostro denaro. Chiaramente, partiamo con il presupposto che lasciare i soldi in cassaforte, in un normale conto bancario, o sotto il materasso non sia un'ottima idea, quindi non li menzioniamo neppure.
Cosa possiamo fare con i nostri risparmi?
In pratica ci sono solo tre cose 'utili' che possiamo fare con i nostri soldi: spenderli, investirli, o risparmiare per investire in futuro.
Poiché l'inflazione consuma a poco a poco il potere d'acquisto del nostro denaro, spenderlo, per quanto controintuitivo possa sembrare, può essere una buona scelta.
Spendere 10.000€ per comprare un'auto, per esempio, non produce nessun guadagno, anzi contribuisce ad aggiungere ulteriori spese tra assicurazione e manutenzione; invece comprare un terreno, può farlo. Anche se non abbiamo intenzione di coltivare il terreno o di costruirci sopra un edificio, abbiamo sempre l'opzione di farlo in futuro. In caso di necessità, può anche tornare utile per un accampamento di fortuna. Chiaramente questo è solo uno stupido esempio, ma spero cogliate il senso. Il guadagno su questo tipo di 'investimento' è zero, ma è meglio che negativo. Con una spesa del genere possiamo sperare che quantomeno il valore di ciò che abbiamo comprato si mantenga al passo con l'inflazione, conservando il potere d'acquisto del nostro capitale… ammesso di riuscire a trovare qualcuno disposto a comprare l'asset da noi quando ci servisse denaro!
Un'alternativa leggermente migliore in teoria - ma peggiore in pratica - è depositare soldi in un conto o libretto di risparmio. A differenza di un conto corrente o di una prepagata come la Poste Pay, un conto di risparmio paga degli interessi annui. Purtroppo, però, in genere, questo tipo di conti non paga interessi sufficienti a contrastare l'effetto dell'inflazione. Perdiamo comunque potere d'acquisto ma più lentamente, mitigando, quindi, l'effetto dell'inflazione in cambio di avere liquidità. Il grande vantaggio di questa alternativa è che possiamo accumulare capitale mentre cerchiamo un investimento migliore dei nostri soldi.
Infine, chiaramente, possiamo investire subito il nostro denaro. Investire, ripetiamo, significa comprare attività, assets, che produrranno per noi un guadagno in futuro. Molti tipi di investimenti non sono asset, pertanto ne vogliamo stare alla larga. Per esempio, quello che normalmente percepiamo come l'investimento più importante della nostra vita, la nostra casa, non è un asset, ma, come dice Robert Kyosaki in Padre ricco, padre povero è una passività (o liability), qualcosa cioè che ci fa spendere soldi invece che farcene guadagnare. Ciò non significa che non dovete comprare casa, ma semplicemente di farlo, se volete, sapendo che nel tempo ci spenderete molto più che il costo d'acquisto.
Vediamo allora quali sono asset che possiamo comprare con i nostri risparmi.
In cosa possiamo investire?
Una nota prima di iniziare: per ogni tipo d'investimento ci sono pro e contro, opportunità e rischi. Per ognuna delle opportunità presentate di seguito discuteremo alcuni rischi. In generale, basta stare attenti e sapere cosa si fa.
Non pensate, però, che, allora, tenendo i soldi banca eliminate completamente i rischi: abbiamo parlato dell'inflazione ovviamente, ma c'è anche il rischio di controparte. Cioè, la banca a cui vi affidate potrebbe fallire, essere forzatamente chiusa, o il governo potrebbe mettervi le mani in tasca. Basta guadare alla crisi finanziaria del 2008, al prelievo forzoso fatto dal governo di Cipro dai conti con oltre 100.000€ nel 2013, o alla chiusura delle banche in Grecia nel 2015. Ma torniamo agli investimenti.
Investire nel mattone
Abbiamo detto che la nostra casa non è un asset, ma ciò non vuol dire che tutti gli immobili lo siano. Comprare case, appartamenti, o locali commerciali con lo scopo di affittarli significa comprare un asset, almeno fintanto che quello che riceviamo d'affitto copre abbondantemente tutte le spese. In questo caso, la parte d'affitto che non finisce in spese di manutenzione e tasse sarà un guadano che potremo reinvestire in altre attività.
Ci sono, tuttavia, rischi che dobbiamo considerare. Uno ovvio è che gli affittuari potrebbero non pagare, causando non solo una perdita di guadagno ma anche eventuali spese legali per le procedure di sfratto. Un altro rischio, più grave e più subdolo, è che potremmo comprare in un mercato dominato da una sola industria, per esempio, che potrebbe rendere difficile affittare nel caso in cui quell’industria si sposti altrove o sparisca. Per esempio, Detroit, la famosa città americana di General Motors, è diventata in buona parte una città fantasma a causa dei cambiamenti e decentralizzazione nell'industria dell'automobile.
Detto ciò, tanta gente ha fatto la propria fortuna investendo in proprietà immobiliari. Normalmente, investimenti in immobili hanno un profilo di rischio medio-basso, con un'aspettativa di guadagni altrettanto medio-bassa.
Investire elargendo prestiti: peer-to-peer lending
Un altro modo per investire è quello di prestare soldi in cambio di un interesse. Mettere i soldi in un conto di risparmio, in effetti è proprio questo: si prestano soldi alla banca, che in cambio paga un interesse. Solo che le banche sono assicurate e i risparmiatori protetti dallo Stato. I privati no. Quando prestiamo soldi a qualcuno, diventiamo in qualche modo noi la banca, ma senza protezioni.
Investire in obbligazioni aziendali (bond aziendali): prestare soldi ad aziende
Anche le aziende spesso hanno bisogno di prestiti. Possiamo prestare soldi ad aziende nello stesso modo in cui faremmo con una qualsiasi persona.
Investire in obbligazioni statali (bond)
Infine, per quanto riguarda i prestiti, anche gli Stati hanno bisogno di soldi. Avete presente il debito pubblico? Quel debito lo possono elargire privati ed enti istituzionali (banche, altri governi, grossi fondi d'investimento, etc) e funzionano nello stesso modo che un debito personale o aziendale. Solo, per i governi, alcuni prestiti sono molto brevi (1-3 mesi), altri sono a medio termine (1-10 anni) e altri sono a lungo e lunghissimo termine (20+ anni).
Investire nella propria attività commerciale
Investire spesso significa comprare qualcosa. Uno dei migliori modi per investire i propri risparmi, però, è quello di avviare un'attività. Chiaramente ci sono molti rischi nel mettersi in gioco così. La nostra attività potrebbe fallire, così come qualsiasi azienda, ma allo stesso tempo il potenziale guadagno è illimitato. Pensate, per esempio, ad aziende di successo come Apple, Google, o Ferrari. Sono tutte partite in un garage, eppure hanno avuto un successo eccezionale.
Aprire un'attività di successo non significa necessariamente puntare ai livelli di Apple o Google. Basta avere intraprendenza e dedicarci a ciò che più ci piace. Se l'attività andrà bene, saremo un passo più vicini alla libertà finanziaria e, idealmente, la nostra azienda avrà profitti in eccesso per noi da utilizzare al meglio reinvestendoli. Infatti, un buon imprenditore o amministratore delegato (CEO) ha come obiettivo quello di allocare al meglio il capitale (monetario e umano) di cui dispone.
Imparando ad investire come Warren Buffett, imparerete anche a capire come operano le migliori aziende e come investire il vostro capitale personale e quello della vostra attività in maniera intelligente.
Investire in aziende avviate da altri
Oltre ad investire tempo e denaro nell'avviare ed espandere una nostra attività, possiamo anche diventare soci in attività avviate da altri. Per esempio, se avviassi un bar e avessi bisogno di capitale per rimodellare il locale oppure per aprire un secondo punto vendita, avrei due opzioni: chiedere un prestito o vendere parte del bar a qualcuno, diciamo il 10%, e utilizzare i soldi della vendita per quello che mi serve fare. Così è per tutte le aziende.
Perché mai qualcuno dovrebbe voler venderci parte della sua azienda? Per necessità.
Prendere un prestito ha un costo immediato perché richiede che sia il capitale sia gli interessi vengano ripagati regolarmente - diciamo ogni mese. Il problema con questa forma di debito è che quindi l'azienda deve generare profitto subito per poterlo ripagare. Molte start-up impiegano anni prima di vedere il primo centesimo. Per esempio, l'azienda dietro Tinder ha guadagnato il primo dollaro di profitto solo dopo ben 5 anni di operazione. Aziende come Uber, invece, anche dopo 10+ anni ancora non hanno generato utili poiché tutto il capitale investito nell'azienda viene speso per espandere l'azienda e tenere i prezzi bassi.
Quando aziende abbastanza mature chiedono un prestito, hanno anche l'opzione di farlo con un piano d'ammortamento unico, ma di solito è difficile riuscire ad ottenere un prestito del genere più lungo di 2-3 anni, a meno che l'azienda non goda già di sostanziali asset fisici - miniere, inventario di qualità, etc.
In mancanza dei requisiti richiesti dalle banche, per esempio essere operativi da un certo numero di anni, o se l'azienda ha già dei debiti, è difficile ottenere credito.
Quindi, se non si può prendere un prestito o non è economicamente vantaggioso farlo, l'unica alternativa, è quella di trovare persone disposte a entrare nel capitale societario dell'azienda in cambio della somma desiderata. Il beneficio per l'investitore è che, possedendo parte dell'azienda, quella persona avrà diritto a partecipare nella distribuzione degli utili della stessa, che possono essere potenzialmente illimitati.
In pratica, se un'azienda guadagna 10.000€ in un certo lasso di tempo, un investitore che ne possegga il 10% avrà diritto a ricevere 1.000€. Un'azienda può decidere, a voto di maggioranza tra i proprietari o a discrezione dell'amministratore delegato della società, di distribuire o meno tutti o parte dei profitti. Nel bar del nostro esempio, dove i proprietari erano solo due persone, questi due decideranno se è nel miglior interesse dell'azienda distribuire i profitti o se utilizzarli per espandere e/o migliorare ulteriormente l'attività.
I mercati finanziari - la borsa - porta questa idea alle masse dando la possibilità a chiunque di comprare e vendere liberamente azioni delle società listate. Le azioni rappresentano parte del capitale societario di un'azienda. Per esempio, per un'azienda suddivisa in 100 azioni, ognuna di queste rappresenta l'1% della società. Le aziende quotate in borsa normalmente sono suddivise in milioni di azioni. I mercati finanziari non sono altro che piattaforme che ne rendono possibile lo scambio.
Tutto ciò significa che quando compriamo azioni stiamo effettivamente comprando una percentuale, per quanto piccola, di una certa azienda, diventandone effettivamente soci, il che ci da diritto a partecipare negli utili della società che, quando distribuiti, vengono chiamati dividendi.
La maggior parte delle azioni sui mercati finanziari vengono scambiate tra privati, cioè i soldi non finiscono all'azienda che le ha elargite. L'unico momento in cui questo accade è durante l'Offerta Pubblica Iniziale (IPO) in cui la società racimola capitale con la vendita diretta in borsa o tramite intermediari, banche normalmente, che comprano le azioni a priori, almeno in parte, e le rivendono in a grossi investitori privati e in borsa. Un'azienda, però, può anch'essa comprare e vendere azioni, e può anche diluire le azioni esistenti dividendole in più azioni, per poi rivendere direttamente sul mercato pubblico per tirar su capitale dopo la IPO. Per esempio, Tesla ha fatto questa operazione varie volte in passato.
Come per una qualsiasi attività commerciale, il maggior rischio per l'investitore è quello che l'azienda fallisca. L'altro rischio è quello di non ricevere mai utili sufficienti a ripagare il capitale investito e la perdita dovuta alla mancata abilità di investire gli stessi soldi altrove per un profitto almeno pari a quello che pagherebbe un bond governativo, che, come dicevano è considerato a zero rischi. Il vantaggio, come abbiamo detto, è invece che il potenziale guadagno è illimitato.
Investire in campagne di Crowdfunding
Oggigiorno, si può anche investire in aziende non listate su alcun mercato finanziario 'pubblico' tramite crowdfunding. Cioè, invece che vendere parte dell'azienda in un mercato pubblico, che ha regole e requisiti più stringenti, piccole aziende possono vendere parte del proprio capitale societario a piccoli privati. Fare crowdfunding comporta meno spese, sia immediate, sia negli anni, per piccole aziende che vogliono racimolare 'piccole' somme, da poche migliaia a pochi milioni di Euro.
I rischi per l'investitore sono gli stessi che investire in qualsiasi altra azienda. La differenza principale rispetto alla borsa pubblica è che non si possono liberamente scambiare azioni con altri privati, quindi, come per un investimento nel mattone o in altre aziende private, il capitale è bloccato per tempi a volte lunghi. Il rischio di fallimento è anche maggiore, poiché le aziende sono giovani, ma l'aspettativa di guadagno dalle aziende che hanno successo è altissima.
Investire in borsa
Qualche paragrafo più su abbiamo spiegato cosa sono le azioni e cosa sono i mercati finanziari. Nel corso di questi articoli e nel nostro podcast ci focalizziamo principalmente negli investimenti in aziende listate pubblicamente su questi mercati. Prima di lasciarvi, perciò, volevo parlare di quali sono i modi più comuni d'investire in Borsa e di cui parleremo più approfonditamente in futuro.
Chiaramente, il modo più ovvio per investire in borsa è quello di farlo direttamente. Purtroppo però, per poterlo fare, abbiamo bisogno di un broker che ci dia accesso a certi mercati. I dettagli del perché sia così, per iniziare, non ci interessano. Quello che è importante sapere è che si ha bisogno di un broker per accedere ai mercati finanziari.
Un broker può offrire sia una piattaforma online sia una app, permettendoci di comprare e vendere azioni e obbligazioni, o darci accesso a tanti altri servizi, incluso quello di investire i nostri risparmi al posto nostro.
La maggior parte dei broker e consulenti finanziari si prendono cura di formare un portfolio di azioni e obbligazioni che cerchi di farci raggiungere in tempi ragionevoli - e in base alle nostre esigenze - certi obiettivi finanziari. Ci consigliano, quindi, cosa fare e dove mettere i nostri soldi, ma poi siamo noi a dover investire effettivamente i nostri risparmi o a delegarle qualche privato o azienda che lo faccia per noi.
Alcune piattaforme d'investimento, invece, non ci consigliano direttamente cosa fare, ma prendono i risparmi che gli affidiamo e li investono per noi secondo un certo "profilo di rischio" che associano in base a informazioni e questionari che compiliamo per loro.
Altri, invece, lasciano a noi pieno controllo e nemmeno ci danno consigli, ma ci danno una piattaforma che ci permette di fare transazioni, e, al più, ci offrono materiale di ricerca, dati finanziari sulle aziende listate nei mercati che coprono, articoli scritti da esperti, e così via.
Il tipo di broker migliore da scegliere è poi una preferenza personale. In ogni caso, vi invitiamo ad educarvi su come funzionano i mercati, su quali sono i prodotti finanziari disponibili, e su come fare l'analisi di un'azienda - tutte cose che vedremo insieme - così da poter valutare al meglio le nostre opzioni e le persone a cui ci affidiamo.
Conclusione
Direi, a questo punto, che abbiamo grosso modo elencato tutte le possibilità che ci sono per impiegare i propri risparmi. Ho volutamente evitato di parlare di speculazione sul prezzo di cose tipo legna, valute, Bitcoin, o succo d'arancia - ricordate 'Una Poltrona Per Due'? - ma per il resto credo che abbiamo coperto abbastanza terreno.
Nei prossimi articoli esploreremo sempre più a fondo come investire in aziende in maniera intelligente. Andremo quindi a capire quali sono le caratteristiche che cerchiamo in un'azienda e come determinare il prezzo giusto a cui comprarla.
Vi ricordiamo che Investitori Ribelli non offre servizi di consulenza finanziaria. Tutti gli argomenti trattati sono da considerarsi contenuti generali a scopo educativo e informativo. Pertanto non costituiscono, né sostituiscono, in alcun modo la consulenza di un esperto finanziario. Prima di prendere alcuna decisione finanziaria, assicuratevi di esservi accuratamente informati. Il blog, il sito, e il podcast sono curati solo per la vostra educazione ed intrattenimento.